Il Cerchio di Legno vi aspetta: sta per cominciare un nuovo anno di incontri e arte

Dalla pagina Instagram del Cerchio di Legno

Il Cerchio di Legno apriva per la prima volta le sue porte quattro anni fa, il 9 settembre 2018. Nasceva come luogo fisico, ma il laboratorio teatrale immaginato, voluto e realizzato da Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz, era e continua ad essere soprattutto un’idea, un ideale, un concetto che coniuga arte, apprendimento e condivisione, solido abbastanza per affrontare gli ostacoli e gli imprevisti che la pandemia, con il suo strascico di conseguenze varie ed eventuali, ha disseminato sulla sua strada. Senza mai perdersi d’animo, i due docenti si sono impegnati con tenacia nel mantenere vivo e vitale il loro progetto e, dopo la pausa estiva, sono pronti a ripartire anche per questa nuova stagione, nel week end del 17 e 18 settembre 2022.

Per omaggiare il Cerchio e magari incuriosire chi non lo conosce, ho pensato di ripercorrere in breve lo scorso anno di lezioni: dieci mesi di incontri in un percorso coinvolgente e variegato che ha spaziato dalla prosa al musical e che ho avuto la fortuna di poter vivere in prima persona (in veste di uditrice) dall’inizio alla fine.

Fotografia di Luca Giacomelli Ferrarini

Il viaggio è cominciato a settembre 2021 con Henrik Ibsen e lo studio approfondito di una scena tratta da Casa di bambola: stagiste di età diverse si sono confrontate in uno dei dialoghi più complessi del dramma, tra due personaggi femminili, Nora Helmer e Kristine Linde, pieni di sfumature da scoprire e interpretare.

È poi stata la volta del fascino visionario e passionale delle Nozze di sangue di Federico Garçia Lorca: un lavoro molto intimo, di cui mi è rimasto un ricordo speciale, in particolare ripensando alla ricostruzione delicata e sentita di uno dei dialoghi fra la Sposa e la domestica.

Lo step successivo ha portato ad uno dei workshop più intensi e impegnativi, quello dedicato a Il cerchio di gesso del Caucaso di Bertolt Brecht: grande partecipazione da parte di tutti, indimenticabili le interpretazioni dei ruoli di Azdak e Grûza.

E dopo tanta prosa, l’incontro di dicembre 2021 si è basato sul celeberrimo musical Chorus Line: musica, colori, sorprese e una piccola esibizione finale, aperta anche a parenti e amici, che si è rivelata piena di emozioni e commozione.

Fotografia di Luca Giacomelli Ferrarini

Il 2022 si è invece aperto all’insegna delle Allegre comari di Windsor, ma, attenzione, le stagiste non hanno lavorato sul testo di Shakespeare, bensì su quello dell’opera verdiana Falstaff, il cui libretto è firmato da Arrigo Boito: un approccio molto originale che ha dato modo alle allieve di misurarsi con registri recitativi diversi dal solito.

Nei mesi successivi l’insegnamento si è concentrato sul canto e sulla preparazione dell’esibizione con cui far partecipare le allieve allo spettacolo di fine anno della scuola di danza 77bisdance di Verona. Per tale esibizione, Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz hanno scelto un brano corale del musical Company di Stephen Sondheim, curandone la preparazione canora e la coreografia.

Si parla di Sondheim, quindi di qualcosa di tecnicamente parecchio difficile: le prove, mese dopo mese, sono state una bella e faticosa sfida sia per le allieve che per gli insegnanti. Gli applausi ricevuti sul palco del teatro Camploy di Verona, il 5 giugno 2022, hanno però ripagato degli sforzi fatti e riempito tutti di soddisfazione, comprese noi uditrici in platea.

Dalla pagina Instagram del Cerchio di Legno

Un’avventura lunga un anno si è conclusa in bellezza e credo che chiunque di noi vi abbia preso parte si sia portato via preziosi ricordi e tanta conoscenza in più.

Ora che una nuova stagione sta per cominciare, spero che il mio piccolo resoconto di quel che il Cerchio di Legno è in grado di offrire possa essere utile, incuriosire e magari spingere qualcuno di voi che mi sta leggendo a provare questa esperienza.

Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz vi aspettano a Verona. Per informazioni visitate la pagina Instagram o la pagina Facebook del Cerchio di Legno.

Fotografia di Franca Bersanetti Bucci

Pensa, credi, sogna e osa – Walt Disney

La riapertura del Cerchio di Legno: novità, progetti e tanta voglia di fare di nuovo arte insieme

In meno di due anni di vita, il Cerchio di Legno, laboratorio teatrale nel cuore della provincia veronese, fondato e profondamente voluto da Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz, ha conquistato tanti cuori e tanto affetto, da chi lo frequenta come studente sino a chi semplicemente ne sostiene il percorso artistico e creativo. E così, durante il lockdown, questo piccolo grande luogo di cultura e aggregazione è mancato moltissimo a tutti.

Finalmente, non appena è stato possibile, e naturalmente applicando tutte le misure di sicurezza richieste, il Cerchio ha riaperto e nel mese di luglio ha accolto di nuovo le studentesse del corso over 14, che, lo ricordo,  prevede un programma di studio delle tre principali discipline del teatro musicale (recitazione, canto e danza) e fornisce gli strumenti necessari per prepararsi agli esami di ammissione per accedere alle migliori accademie di musical in Italia e all’estero.

La parentesi estiva si è chiusa domenica 26 luglio, dopo tre settimane di recupero intensivo, con una speciale esibizione per pochi spettatori selezionati, in cui le ragazze hanno recitato un estratto da La casa di Bernarda Alba di Federico Garçia Lorca e interpretato brani tratti da Sister Act, Sweeney Todd, Wicked e West Side Story.

Abbiamo pianto, riso, lavorato sulle emozioni più nascoste e riflettuto sul difficile mestiere del performer.

Sono ricominciati anche i weekend aperti a stagisti esterni e uditori:  il 18 e 19 luglio è stata la volta del fine settimana  dedicato a Mary Poppins e sono già aperte le iscrizioni per il prossimo incontro, che si svolgerà il 29 e 30 agosto 2020, per concludere in bellezza l’estate, con uno studio del musical Mamma mia!                         Come docente di canto corale, tornerà, ormai per la terza volta, Elisa Dal Corso.

La scuola si prepara anche a un autunno ricco di novità e progetti per tutte le età. Le lezioni dell’anno accademico 2020/2021 riprenderanno il 21 settembre 2020, quasi a due anni esatti dall’inaugurazione, e oltre al corso per adulti, sono previsti anche corsi di musical per bambini, il laboratorio teatrale Junior (dai 9 ai 13 anni) e il laboratorio teatrale Baby (dai 6 agli 8 anni).

Per tutti i corsi e l’incontro di fine agosto, è possibile iscriversi e avere informazioni scrivendo a: cerchiodilegno@aol.com

Punta a prenderti il cielo” canta Mary Poppins e al Cerchio di Legno si punta sempre verso l’alto. Altre sorprese e tante belle idee sono in serbo per il futuro. La passione e la speranza che brillano negli occhi dei docenti e dei loro allievi ci ricordano che, soprattutto in questo momento di incertezza e confusione, l’Arte non è un lusso secondario, bensì una risorsa essenziale. Durante il lockdown, è stata proprio l’Arte, in tutte le sue forme, a sostenere, aiutare, nutrire le nostre emozioni e le nostre menti messe a dura prova. E l’Arte è fatta di persone e anche di scuole come il Cerchio di Legno. Dovrebbe essere scontato ma credo valga la pena ripeterlo.

(Fotografie tratte dalle pagine Instagram e Facebook del Cerchio di Legno

Grafica delle locandine di Luca Giacomelli Ferrarini)

I tanti mondi del Cerchio di Legno: dal musical alla prosa, lezioni di emozione

L’emozione è vita. La vita è emozione. Dunque l’emozione è dramma. Il dramma è emozione》– Moses L. Malevinsky

In questo weekend, al Cerchio di Legno, è in corso il workshop dedicato al Re Leone, una due giorni di danza e canto, che vede anche la partecipazione speciale, come docente ospite, del performer Simone Nocerino. Finora, da quando è stata proposta l’idea di un workshop al mese aperto anche al pubblico, il laboratorio teatrale veronese diretto da Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz, non ha sbagliato un colpo, offrendo la possibilità di esperienze sempre diverse, coinvolgenti e di alto valore culturale e artistico: dal genio di Shakespeare al mondo variopinto di Moulin Rouge fino alle atmosfere fiabesche di Nightmare before Christmas. Adesso appunto tocca al musical del Re Leone, ma prima ancora, nello scorso mese di gennaio, è stato il momento della prosa, attraverso l’approfondimento di alcune delle più note figure femminili create da un grande della drammaturgia, ovvero Tennessee Williams.

Ho iniziato a conoscere le opere di Tennessee Williams fin da bambina, grazie al cinema, e ho sempre pensato che fossero prive di misericordia: i personaggi dell’autore americano mi sembrano ogni volta falene impegnate a sbattere contro i vetri, cercando di raggiungere una fiamma a cui non arrivano quasi mai. E se ci arrivano si bruciano. La redenzione non è prevista oppure è pagata a caro prezzo. Ma le loro storie sono belle, bellissime, proprio perché fanno male, anche a chi le legge, le ascolta, le guarda.

Per interpretare questi personaggi senza sconti bisogna scoprirsi i nervi, togliersi la pelle, mettersi in gioco in maniera totale. E le allieve del Cerchio di Legno lo hanno fatto. Sono state brave, coraggiose. Si sono emozionate e hanno fatto emozionare noi che eravamo lì ad assistere. Guardatele in questo breve ma intenso montaggio. Belle, bellissime anche loro, come le creazioni di Tennessee Williams.

Drammi che ben conoscevo, come Un tram chiamato desiderio, La rosa tatuata, Lo zoo di vetro, La gatta sul tetto che scotta e che l’analisi di Luca Giacomelli Ferrarini mi ha indotta a rivalutare con diverse sfumature. E poi La notte dell’iguana, un titolo che chissà perché avevo sempre lasciato da parte o Estate e fumo che mi era del tutto ignoto e che sono corsa subito a cercare (ne parlerò presto!). Ecco, se lo scopo del Cerchio di Legno è diffondere e condividere cultura, con me – ma decisamente non solo con me- ha fatto centro. Sono tornata a casa con nuovi punti di vista, nuove curiosità, nuove storie da scoprire. Non è poco.

Mentre il weekend in compagnia del Re Leone continua con successo, vi ricordo che sono aperte le iscrizioni per l’anno accademico 2020/2021 e che gli incontri mensili proseguiranno sino a giugno. Quali altri mondi di arte, musica e parole sono in attesa dietro la porta blu del Cerchio di Legno?

Seguite le pagine social del laboratorio e visitate il sito ufficiale per restare aggiornati. Sono certa che Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz sapranno sorprendervi.

http://www.ilcerchiodilegno.com

Fotografie e video di Luca Giacomelli Ferrarini

L’Arte è uno specchio: due giorni al Moulin Rouge con il Cerchio di Legno

L’Arte è uno specchio.

C’è un volto da studiare. Un ritmo da seguire. Solo poche ore per entrare in sintonia con i passi. Solo una notte per raccontare un ruolo. Poi ecco la magia: le frasi si combinano, le parole diventano storie e si legano ai gesti e alla danza. Tutto coincide, i tempi sono perfetti, come un vestito su misura. Ecco Parigi, ecco il Moulin Rouge. Davanti allo specchio tante anime uniche e imperfette. Nate in un pomeriggio eppure già autentiche.

L’Arte è uno specchio.

Il volto riflesso è anche il nostro, quello del pubblico. Si può essere spettatori passivi e non andare oltre la sedia su cui si è seduti, guardare senza vedere, non riconoscersi in quel riflesso. Ma si può anche imparare ad essere spettatori attivi, a vedere, a superare la superficie dello specchio. A percepire la fatica, l’adrenalina, la passione. A comprendere le lacrime. E allora è un viaggio nella meraviglia.

Succedeva tutto questo una settimana fa, in occasione del workshop dedicato da Il Cerchio di Legno al musical Moulin Rouge. Una delle più belle esperienze artistiche e creative che io ricordi. Per questo ringrazio i due incredibili Maestri Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz e tutti i fantastici allievi, che con tanta generosità hanno condiviso due giorni di crescita e bellezza. Una volta di più, il mio sguardo da profana sul Teatro ne esce modificato, con maggiore consapevolezza. Con rinnovato rispetto.

Se volete capire cosa intendo, il Cerchio di Legno vi aspetta il 21 e il 22 dicembre 2019 con un weekend tutto natalizio ispirato a Nightmare Before Christmas.

L’Arte è uno specchio e al Cerchio di Legno, se siete pronti a farvi prendere per mano, quello specchio si attraversa.

cerchiodilegno@aol.com

http://www.ilcerchiodilegno.com

(Fotografie, riprese e video di Luca Giacomelli Ferrarini)

“Il Copione”: dalla parola scritta alla parola viva, la bellezza della trasformazione

Il grande Federico Garçia Lorca diceva che il teatro è poesia che esce da un libro per farsi umana. Poesia, è vero, e prima di tutto pensiero che diviene parola scritta e poi viva e recitata. A volte noi spettatori, seduti in platea, distratti dalla messa in scena, scordiamo o non prestiamo la giusta attenzione alle parole del testo, al loro reale peso. Quante sfumature, quanti particolari si possono scoprire di una scena, di un dialogo, ascoltandone sul serio, nel profondo, le parole.

Ebbene ora, a Milano, a questo proposito sarà possibile vivere un’esperienza davvero speciale. L’attore, autore e regista Tindaro Granata, tramite l’associazione Situazione Drammatica, creata con Carlo Guasconi e Ugo Fiore, ha infatti deciso di organizzare una rassegna di drammaturgia contemporanea molto intrigante, in collaborazione con il Teatro degli Incamminati, Spazio Banterle e Proxima Res. Una volta al mese, lungo un percorso di sei incontri, altrettanti autori presenteranno una loro opera al pubblico, che, al posto del biglietto, acquisterà una copia del copione: dopo una breve presentazione del testo, gli spettatori potranno così seguirne direttamente la lettura, eseguita da attori in forma drammatizzata, avendo poi la possibilità di discuterne con l’autore.

Si comincia l’11 novembre 2019, con Carlo Guasconi e Essere bugiardo, vincitore del Premio Tondelli 2015 (*la serata è sold out, c’è una lista d’attesa a cui è possibile iscriversi)

Il 2 dicembre sarà la volta di Stormi di Marco Morana, vincitore del Premio Inedito 2019.

Si proseguirà nel 2020, il 13 gennaio, con Tatjana Motta e Nessuno ti darà del ladro, finalista al Premio Tondelli 2017.

Il 24 febbraio toccherà a Riccardo Favaro con Ultima Spiaggia, vincitore del Premio Scenario 2019.

Poi si continuerà il 16 marzo con Play di Caroline Wonderland Baglioni, vincitrice alla Biennale 2019 di Venezia, per terminare il 6 aprile con L’officina di Angela Dematté, vincitrice del Premio Riccione 2009.

Ogni serata avrà inizio alle ore 20.30, presso Spazio Banterle di Milano, vicino al Duomo. Il progetto si sostiene senza finanziamenti, solo con l’incasso degli incontri: il costo dell’ingresso è di 10 euro, comprensivo di posto a sedere e copione (5 euro per studenti sotto i 25 anni). L’acquisto è possibile su Vivaticket e presso Spazio Banterle in orario di biglietteria. Per prenotazioni scrivere una mail a biglietteria@incamminati.it o inviando un sms al numero 3482656879.

Un’occasione preziosa per sostenere la giovane drammaturgia italiana e per vivere da vicino la meraviglia del passaggio dalla pagina alla recitazione. Una trasformazione che trasformerà anche gli spettatori e la loro visione del teatro. Tindaro Granata dice che la bellezza delle cose non è determinata da chi le crea ma da chi partecipa ad esse, perciò chi può, vada e partecipi. Perché ci sia tantissima bellezza.

I Weekend del Cerchio di Legno: una nuova opportunità per fare arte insieme

Fare arte insieme.

Sono belle parole, vero? Trasmettono un’idea non esclusiva dell’Arte, disponibile alla condivisione.

Un concetto molto caro a Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz, che hanno ideato una nuovissima serie di incontri aperti a tutti, uditori compresi, presso il Cerchio di Legno, il loro laboratorio teatrale in provincia di Verona.

Si tratta dei Weekend del Cerchio, workshop intensivi della durata di due giorni dedicati di volta in volta a un tema legato al mondo del musical. Il primo incontro, incentrato sui musical ispirati alle opere di Shakespeare, si è svolto due settimane fa, il 21 e il 22 settembre 2019.

Bella e accogliente l’atmosfera, come sempre: soprattutto ciò che mi ha colpita è stato l’entusiasmo contagioso dei docenti.

Penso alla lezione di danza della domenica mattina – che posso solo definire pazzesca! – in cui Cristian Ruiz ha saputo generare uno scambio di energia pura con le allieve e persino con noi uditori che stavamo seduti, dando vita a una coreografia e a uno spirito di gruppo davvero coinvolgenti. Alla fine l’applauso di tutti è stato liberatorio e spontaneo.

Ed è sempre un grande piacere ascoltare Luca Giacomelli Ferrarini in veste di insegnante, specie quando si addentra nei segreti narrativi di un’opera e nei meccanismi di uno spettacolo. Di particolare interesse il suo approfondimento delle figure di Giulietta, della balia e di Tebaldo e il parallelo tra i contesti di Romeo e Giulietta e West Side Story.

Di età e livelli diversi le allieve, ma tutte piene della stessa grinta e voglia di imparare. Ho respirato aria di coesione e sincero divertimento.

Questo era solo l’inizio. Il prossimo Weekend del Cerchio è previsto per il 23 e 24 novembre 2019 e sarà dedicato al musical Moulin Rouge.

Per prenotazioni e informazioni su questo e i prossimi weekend e anche sulle altre attività del Cerchio, potete scrivere a
cerchiodilegno@aol.com e visitare il sito http://www.ilcerchiodilegno.com/ .

Chi può non si lasci scappare l’occasione. Fare arte insieme fa bene: alla salute, all’umore, al cervello e soprattutto all’anima.

(Fotografia della lezione tratta dalle pagine social di Il Cerchio di Legno

Grafica promozionale di Luca Giacomelli Ferrarini

Fotografia di apertura di Franca Bersanetti Bucci)

Buon compleanno al Cerchio di Legno: un anno fa nasceva una scuola davvero speciale

Esattamente un anno fa – 9.9.18, suggestivo insieme di numeri- quel nastro bianco veniva tagliato e quella porta blu si apriva. Nella foto, ancora chiusa, la porta blu riflette il cielo, o forse, mi dico guardandola, lo contiene. Forse il cielo in realtà sta già dentro. Suono troppo poetica?

È che sono davvero affezionata al Cerchio di Legno, questo piccolo luogo prezioso creato e voluto da Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz. E ricordo con sincera emozione quella calda domenica in provincia di Verona, i sorrisi luminosi, l’entusiasmo, la gioia dell’inizio. Assistere a un inizio ha sempre un sapore particolare. Qualcosa nasce lì davanti a noi, prende il volo. Dentro c’è tutto un mondo di possibilità da realizzare, vasto quanto quel cielo riflesso.

Al Cerchio, in questo primo anno di vita, tante di queste possibilità sono state esplorate e vissute e molte altre ancora sono da scoprire. Ecco una ragione del perché amo questo posto, anche se non ne faccio parte: è un luogo di cultura, di educazione dell’anima, di passione per l’Arte e i suoi creatori l’hanno fatto nascere in un momento in cui cultura, educazione e arte vacillano, pericolanti. In cui anima e passione languono. Ci vuole coraggio e anche un po’ di follia. Una visione di questo tipo va protetta, sostenuta, abbracciata. È un rifugio, un angolo di speranza.

Tra una settimana, il 16 settembre 2019, il Cerchio riprenderà le proprie attività e come potete vedere, grazie a queste grafiche, le iscrizioni sono aperte. Luca Giacomelli Ferrarini, Cristian Ruiz e gli altri insegnanti, Valentina Ragno e Antonio Torella, sono pronti a ricominciare. Non dubito che abbiano in cantiere anche tante novità.

Walt Disney diceva che si possono immaginare, creare e costruire luoghi meravigliosi ma che occorreranno sempre le persone perché un sogno diventi realtà. E questo è il Cerchio di Legno: un cerchio di persone che fanno arte insieme e insieme costruiscono sogni da rendere reali.

Perciò buon compleanno, caro Cerchio di Legno: ti auguro di continuare a crescere e di riuscire a diffondere sempre più arte, cultura e bellezza.

#cerchiAMO

(Fotografia a colori e grafiche promozionali di Luca Giacomelli Ferrarini

Fotografia in bianco e nero di Alessandra Lovati)

Bad Cabaret: le cattive ragazze vanno… a lavorare con Walt!

Si dice che, se le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive invece vanno dappertutto. Le cattive Disney… beh, loro vanno a lavorare con il mitico Walt, che è come andare dappertutto e anche più in là. Dentro i sogni!

E così, in un ideale cabaret misto a talk show trash, gli instancabili performer e docenti Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz le hanno immaginate, celebrate e prese un po’ in giro. Se infatti, col loro corso romano di teatro musicale ad andare in scena erano state le confessioni delle principesse disneyane, nello spettacolo finale del corso tenuto in collaborazione con la Art3 di Bergamo le protagoniste sono diventate le cattive più famose del repertorio Disney.

Una settimana fa, il 28 luglio 2019, sul palco del Teatro Albegno di Treviolo si sono avvicendate Grimilde e Malefica, Maga Magò e Madame Medusa, la Regina di Cuori e Yzma, Lady Tremaine con Anastasia e Genoveffa, Madre Gothel e Ursula. Più un’infiltrata, la principessa Aurora, alle prese con il problema di rimanere sveglia. Tutte insieme a sviscerare tra canzoni e risate gli onori e gli oneri dei loro ruoli leggendari.

Qualche inciampo a livello di drammaturgia e alcune battute andate un po’ perse per essere state dette troppo in fretta, forse a causa della comprensibile emozione, ma in generale due repliche ben riuscite, che hanno testimoniato il percorso fatto, l’impegno, la dedizione e la passione delle allieve e degli insegnanti.

Particolarmente degno di nota il lavoro sui personaggi: grazie anche ai costumi, davvero ben confezionati, tutto il cast sembrava direttamente uscito dalle pellicole Disney e ho molto apprezzato le singole caratterizzazioni e la cura dei piccoli dettagli. Ad esempio mi è piaciuta tantissimo Madre Gothel, con il suo accento tedesco, e ho trovato fantastico il trucco di Ursula (che in quanto ad accento, mi sembrava provenire, anziché dagli abissi oceanici, dai mari e dai fiumi di casa mia). Lo illustrano bene anche i divertenti e coloratissimi ritratti fotografici realizzati da Luca Giacomelli Ferrarini, di cui pubblico qui un collage per ragioni di spazio.

Devo anche aprire una doverosa parentesi (piccolissima, per non sottrarre spazio alle legittime protagoniste) sulla partecipazione di una specialissima guest star, ovvero l’ombra di Peter Pan, che parlava in lingua ombrese, con traduzione simultanea di Madre Gothel : la bravura di chi le prestava la voce (chi sarà stato mai?) ci ha indotti a guardare tutti la sedia vuota dell’ombra come se ci fosse veramente qualcuno seduto sopra. Chapeau e chiusa parentesi.

Quando si cerca di costruire qualcosa di bello, tutti insieme, non è mai facile. Tante teste, tanti caratteri, che per forza di cose devono andare all’unisono… Non è facile ma è proprio quando le cose sono difficili e tortuose che la soddisfazione è maggiore

Queste le parole di Barbara Munda, che con Michela Polacchini e Roberta Pasetto, dirige la Art3 e che direi rendono al meglio il significato e la profondità di quella che per docenti, allieve e organizzatrici è stata – ed è ogni anno – una grande avventura, vissuta e portata a termine in gruppo, faticando e imparando gli uni dagli altri.

E con il ricordo e le emozioni di Bad Cabaret ancora vivissimi, una nuova avventura è pronta a cominciare ai primi del prossimo ottobre. Seguite Art3 su Facebook, Instagram e Twitter, per avere tutte le news e le informazioni sul nuovo corso di teatro musicale alle porte. Dopo averci fatto conoscere meglio le cattive Disney, quale storia ci racconteranno l’anno prossimo? Io sono curiosa e voi?

(Locandina di Luca Giacomelli FerrariniFotografie di scena di scena di Marzia PozzatoRitratti di Luca Giacomelli FerrariniFotografia di gruppo tratta dalle stories Instagram di Cristian Ruiz)

Il Diavolo veste Disney: sognare non è semplice ma per favore non smettete

Far ridere è difficile e necessario》- Cristian Ruiz

I sogni son desideri, dice una celebre canzone disneyana, ma secondo un vecchio adagio bisogna stare attenti a ciò che si desidera e sogna perché potrebbe anche avverarsi… E così, in un improbabile talk show che fa il verso ai programmi di Maria De Filippi e al Grande Fratello, ecco le principesse Disney (e anche qualche principe) sfogarsi e confessare delusioni, frustrazioni, insicurezze e via dicendo. Insomma, lavorare per la fabbrica dei sogni del mitico Walt non è tutto rose, fiori e cuoricini come si potrebbe credere.

Per il consueto spettacolo di fine anno del corso di teatro musicale della L.C.Art di Roma, i due geniali docenti Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz hanno confezionato un copione e una messa in scena spumeggianti e irriverenti, pieni di divertita ironia. D’altronde si riesce a dissacrare con grazia solo ciò che si ama davvero e Il Diavolo veste Disney non è stata soltanto un’occasione per ridere ma anche un modo brillante per riflettere sui sacrifici e le incertezze che comporta lavorare con i sogni. O con l’arte. Perché, alla fine, le problematiche dei personaggi Disney in sostanza non sono molto diverse da quelle degli artisti, nella vita vera. Alimentare sogni è una gran fatica.

Un prodotto raffinato e ben scritto, quindi, di livello professionale, anche nelle soluzioni sceniche e nei costumi. Vogliamo parlare della sirenetta Ariel e dei suoi capelli che fluttuavano legati ai palloncini?

Fantastica.

Splendidi anche i ritratti fotografici dei singoli personaggi realizzati da Luca Giacomelli Ferrarini: per ragioni di spazio ne posso offrire solo un assaggio sotto forma di collage, ma è possibile vedere le fotografie originali sulle pagine Facebook e Instagram dell’autore e della L.C.Art.

Lo scorso 16 giugno 2019, nelle due repliche sold-out sul palco del Teatro Centrale Preneste di Roma, gli allievi della L.C.Art hanno reso onore a quanto creato con tanta cura dai loro insegnanti e ai dieci mesi di studio e costruzione dello spettacolo. Si sono dimostrati all’altezza del ritmo veloce dei testi, dei tempi comici, delle coreografie, delle canzoni e dei complicati cambi di scena. Buonissima anche la sintonia di gruppo: diciassette attori sempre tutti presenti sul palco, con un copione così ricco di battute e movimenti scenici, devono saper gestire spazi, tempi e ruoli come gli ingranaggi di un orologio e posso testimoniare che loro ci sono riusciti.

Soddisfatto, felice, commosso ed emozionato… Grazie》- Luca Giacomelli Ferrarini

Palpabili ed evidenti l’orgoglio e la felicità dei due insegnanti/registi e anche di Cristiana Corongiu e Paola La Rocca, colonne portanti della L.C.Art. Impossibile il contrario: Il Diavolo veste Disney è oggettivamente uno spettacolo ben riuscito, con un cast che ha dato il meglio di sé.

Il mio ricordo personale?

Un momento delle prove. I ragazzi che sul palco imparavano anche la pazienza delle lunghe attese e dei tempi tecnici, la figura in ombra del regista davanti a loro e, in un angolo, tra gli oggetti di scena, un piccolo mazzo di fiori gialli, che risaltava grazie alle luci blu. Una sorta di immagine pittorica che un po’ mi pento di non aver catturato in una foto. Però è sicuramente fotografata nella mia memoria, la creatività e l’impegno e il giallo di quei fiori vivo come i sogni che da decenni Walt Disney e i suoi personaggi ci donano. Magari sognare e dare vita ai sogni non è sempre semplice, a volte è faticoso, a volte si vorrebbe mollare… E invece no, vale sempre la pena di sognare, di crederci. Non smettete, non smettiamo.

Di certo non si smetterà di sognare alla L.C.Art: consiglio di seguire le sue pagine social, già sono in arrivo a breve interessanti novità.

(Locandina e ritratti di Luca Giacomelli Ferrarini

Fotografie di scena di Andrea Romagnoli)

Un giorno al Cerchio di Legno: reportage dalla scuola in cui si continuano i sogni

Incontrare ragazzi che vogliono fare arte, aiutarli nel loro percorso, imparare insieme e disimparare insieme. Tutto questo è il Cerchio di Legno.

Parola di Luca Giacomelli Ferrarini e Cristian Ruiz.

Hermann Hesse scriveva che dove si continua un sogno là opera la vita. E decisamente al Cerchio di Legno si continuano sogni. Che, se ci pensate, è una delle cose più faticose al mondo: semplice concepire un sogno, è gratis, ma continuarlo e mantenerlo vivo invece costa. Richiede tenacia, pazienza, dedizione. I sogni non continuano da soli.

Dall’indimenticabile inaugurazione del 9 settembre 2018 è trascorso un intero anno scolastico ed ora, per allievi e insegnanti della piccola grande scuola in provincia di Verona, è tempo di esami e di tirare le somme di questo primo pezzo di strada condiviso. Mesi intensi di lezioni basate su un programma simile a quello delle accademie di teatro e musical, incontri formativi con professionisti del settore, serate culturali a teatro e anche un viaggio didattico a Londra.

Noi veniamo dal musical ed ovviamente qui ne facciamo molto, ma questo è un laboratorio di teatro e vogliamo che l’imprinting sia un imprinting teatrale a 360 gradi

mi ha detto Cristian Ruiz.

Ci teniamo che la formazione che diamo ai ragazzi sia completa, molto specifica per ogni settore, in modo da renderli molto forti in tutti gli ambiti. Poi saranno loro, con le giuste basi tecniche, a fare il lavoro di mettere insieme.

Paola, una delle allieve, mi ha confermato l’apprezzamento per questo percorso così impegnativo e gratificante e ha sottolineato l’importanza dell’ascolto e dell’osservazione, di come guardando le prove dei propri compagni si possa imparare e lavorare su se stessi.

Ho visto questi ragazzi applicarsi per ore, una lezione dietro l’altra, fino a concludere, quasi a mezzanotte, con una sessione intensiva di danza: solo una breve pausa, per cena, seduti per terra (in cerchio!), sui volti la determinazione e la serenità di chi si trova esattamente dove vuole essere.

Loro sono la mia ricarica di energia

ha detto Luca Giacomelli Ferrarini, nella voce una nota di orgoglio.

Il loro genuino entusiasmo è rigenerante.

Ma, devo dirlo, se il Cerchio di Legno trabocca di questa forza positiva è perché i primi a trasmettere entusiasmo genuino sono proprio i suoi creatori, Luca e Cristian.

Entrare in questa scuola è come entrare in una casa. Lo avevo sperimentato già ai tempi dell’inaugurazione, ma adesso, con l’ambiente arricchito di dettagli, di ulteriore calore, l’effetto è ancora più vivido: dietro ogni particolare c’è una scelta precisa, ogni oggetto presente – dalla collezione di locandine all’antico pianoforte – ha una storia e gli occhi dei padroni di casa si illuminano nel raccontarla. È davvero un cerchio, costruito con cura, passione e sincero amore per l’arte: al centro questi due infaticabili artisti, che ne sono il cuore e l’anima.

Uno dei momenti più incredibili?

Quando Luca Giacomelli Ferrarini ha fatto una vera e propria magia e, grazie al buio, a un paio di faretti e alla grande tenda doppia che divide il laboratorio, ha ricreato l’effetto palcoscenico: un’autentica esperienza sensoriale, in cui è possibile comprendere che cosa prova un performer quando si apre il sipario! Che impressione! Ora da spettatrice in platea avrò ancora più rispetto per chi si trova sul palco!

Insomma, il Cerchio e i suoi abitanti sono davvero molto speciali. Bisogna entrare in punta di piedi, se possibile togliersi le scarpe e godersi l’atmosfera, senza sovrastrutture, pulita, onesta e solida.

Io non posso che ringraziare gli insegnanti – anche Valentina Ragno e Antonio Torella, che non erano presenti – e gli allievi per avermi concesso il privilegio di assistere alle lezioni e per avermi fatta sentire parte del loro mondo per un giorno. Chi ha il talento e le potenzialità per farne parte davvero non si perda questa possibilità. Se volete seriamente intraprendere la strada dell’Arte, con tutta la sua bellezza e tutti suoi sacrifici… casa vostra è a Mozzecane, in provincia di Verona.

I sogni non continuano da soli, dicevo. Al Cerchio di Legno si continuano insieme.

(Fotografie di Chloé Car)

**Potete trovare tutte le informazioni utili sul Cerchio di Legno sulle sue pagine social o alla mail ilcerchiodilegno@aol.com