Gotico americano: il sogno e la disillusione

Se almeno l’America di oggi non assomigliasse ancora così tanto al quadro di Grant Wood, American Gothic, facce bianche di vecchi impauriti che pensano di proteggere il loro mondo con un forcone, ma il loro mondo già non esiste più.

Oggi, mentre tutti si interrogano sull’esito delle elezioni americane, è il giorno perfetto per parlare di Gotico Americano che inizia nel 2016, proprio all’alba della vittoria di Donald Trump. Così come l’autrice Arianna Farinelli (che vive negli USA ormai da vent’anni) anche la protagonista, Bruna, ha lasciato da tempo l’Italia per New York e insegna scienze politiche in un college. Mentre sta per prendere il via l’era Trump, Bruna è a un punto di svolta della propria vita, costretta dagli eventi a mettere in discussione scelte, convinzioni, ambizioni e prospettive future. A partire, per esempio, dal matrimonio deludente con Tom, italoamericano proveniente da una famiglia di fervidi conservatori, che non si è  mai emancipato dal ruolo di figlio (lui, la sorella e la madre hanno gli stessi nomi dei personaggi di Un Tram chiamato desiderio di Tennessee Williams). Poi ci sono il lavoro e la carriera che non hanno dato i frutti sperati e il piccolo Mario, suo figlio, anima femminile imprigionata in un corpo maschile. E infine Yunus, uno dei suoi studenti, controverso e misterioso giovane afroamericano con cui ha intrapreso una relazione.

È l’amore incondizionato  che cerchiamo per tutta la vita. A volte lo troviamo ma non riusciamo a riconoscerlo. Altre volte non possiamo o non sappiamo riceverlo. Quasi mai riusciamo a donarlo. Io lo volevo da te. Tu da tuo marito. Tuo marito da sua madre.

Attraverso le vicende  private di Bruna e dei personaggi a lei legati, Arianna Farinelli affronta tanti temi importanti, dalla fragilità del sogno americano all’ipocrisia della mentalità conservatrice, dall’Isis alle differenze religiose, razziali e sociali, sino all’immigrazione e alla disforia di genere, quasi troppi argomenti, in un calderone che a volte perde un po’ di coesione e da cui emerge  un’immagine zoppicante e profondamente imperfetta degli USA. Se Tom risulta a tratti caricaturale, Bruna mi ha lasciata in bilico, ancora non ho deciso cosa penso del suo modo di vedere e affrontare le cose. Mi ha commossa invece Mario, già così consapevole del suo sentirsi femmina, indifeso in un mondo di adulti che lo rifiutano o lo accettano solo in superficie senza capirlo davvero, eppure tanto coraggioso, tanto se stesso. Anzi se stessa. E ho amato Yunus, il personaggio che per me è valso l’intero libro, con la storia migliore e più complessa.

Alla fine, era giunta la balena che mi aveva dato la caccia per tutta la vita. La stessa che aveva inghiottito mio padre. Sapevo che prima o poi sarei finito nel suo ventre, sotto tre strati di oscurità.

Il memoriale di Yunus è probabilmente la parte più avvincente del romanzo: dal destino crudele di suo padre sino al suo arruolamento nell’Isis, Yunus rappresenta il lato scomodo degli ideali americani, ricorda a Bruna di guardare al di là della sua bolla privilegiata, fatta di persone bianche e benestanti e di convinzioni fasulle e ipocrite. Tutto il suo percorso di vita è segnato dal colore della pelle e dalla mancanza di inclusione, di possibilità autentiche. Si potrebbe facilmente giudicarlo per l’adesione all’Isis ma l’autrice è molto abile nel costruire le sfumature dei suoi motivi.

Solo pochi capiranno che tutto questo è già accaduto: non è finzione ma verità storica e ancora una volta dalla storia non abbiamo imparato nulla.

Gotico Americano ha i suoi difetti, proprio come l’America che descrive, e probabilmente proprio per questo si tratta di imperfezioni inevitabili. Di certo fa riflettere, soprattutto su ciò che potremmo essere e su ciò che invece ci ostiniamo a rimanere. C’era una volta il sogno americano, poi, al risveglio, la disillusione.

Fuori la città si muoveva convulsamente come ogni giorno. Ma io e te eravamo fermi proprio come l’acqua del fiume quando le maree smettono di tormentarla.

Edizione gennaio 2020 Bompiani

Pagine 288

Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe: mai sottovalutare le donne, soprattutto se leggono

《Voi, signore, leggete uno strano assortimento di libri》 osservò James Harris.                              《Siamo uno strano assortimento di donne》

Il 31 ottobre non si può evitare di proporre una lettura da brivido e così oggi torno sul blog per raccontarvi quello che si può considerare a tutti gli effetti un libro horror. Orrore intelligente, attenzione, di quelli con vari sottotesti, metafore di concetti tutt’altro che soprannaturali. Immaginate dunque una sorta di crossover tra la serie tv Desperate Housewives e Le Notti di Salem di Stephen King: le protagoniste di Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe sono un gruppo di donne dalle vite ordinarie e mediamente ipocrite, che vivono in uno di quei tipici quartieri americani dove si può uscire senza chiudere a chiave la porta e ci si scambia ricette e inviti per il barbecue. Una pace apparente e fasulla in cui all’improvviso si insinua qualcosa di stonato, irrazionale, sinistro. Ma l’autore Grady Hendrix, nella prefazione, spiega cosa intendo molto meglio di me.

Con questo libro ho voluto mettere a confronto un uomo emancipato da ogni responsabilità, tranne i propri appetiti, e le donne le cui vite sono plasmate da una serie infinita di responsabilità. Ho voluto contrapporre Dracula a mia madre.

Esattamente. Devo dirlo, questa storia l’ha scritta un uomo ma gli uomini non ne escono bene. Dal mostro della situazione – il vampiro che si trasferisce nel quartiere – ai mariti delle protagoniste, gli uomini di Hendrix sembrano concentrati solo su se stessi, sui propri appetiti da soddisfare, siano essi sessuali, finanziari, di carriera. Pensano a lavorare, investire, perseguire il lusso, il successo, ne sono anche facilmente sedotti, e le loro donne vengono considerate accessori, le madri di famiglia che devono starsene a casa, pronte ad accudire coniuge, prole e anche suocera senza discutere. Se poi si mettono strane idee in testa ci sono sempre le pillole di calmanti.

Voi donne avete tutte una mente acuta, e so quanto sia difficile trovare stimoli intellettuali in un posto del genere. Aggiungete i libri malsani che leggete nel vostro club letterario ed ecco la ricetta perfetta per una sorta di isteria di gruppo.

Le nostre miti casalinghe sottovalutate hanno in effetti un club del libro, che si dedica soprattutto ai romanzi e ai saggi che ricostruiscono efferati delitti e casi di cronaca nera (vengono citati titolo famosissimi come Helter Skelter e A sangue freddo): sarà questo a spingerle a comprendere che sta accadendo qualcosa di spaventoso. Potrebbero fingere di non vedere, la tentazione è forte, ma invece sceglieranno di agire, di non arrendersi. Grady Hendrix, anche sceneggiatore, confeziona una trama brillante e ben calibrata, che dosa i momenti di dubbio e quelli di tensione, con almeno un paio di situazioni davvero horror. Più che paura, gli eventi generano in chi legge lo stesso senso di minaccia, incredulità, smarrimento (in alcuni casi disgusto) delle protagoniste. Il vampirismo è un pretesto per raccontare di una società che guarda dall’altra parte mentre i più deboli ed emarginati soccombono e che si lascia conquistare dal guadagno e dai privilegi. Ed è anche una riflessione sulla condizione delle donne, sulla loro forza e la volontà che le spinge a lottare per liberarsi degli stereotipi e dalle false etichette.

Piccola curiosità: l’autore ha all’attivo anche un romanzo di fantasmi ambientato in un punto vendita di mobili scandinavo, Horrorstör.

Insomma se siete in vena di brividi che fanno riflettere e vi piacciono le storie di coraggio e riscatto femminile, Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe è l’ideale per voi. E forse chissà vi verrà anche voglia di creare un club letterario: leggere fa bene!

Pensa che siamo una mandria di casalinghe perfette… Pensa che siamo come appariamo all’esterno: graziose signore del Sud. Lascia che ti dica una cosa… non c’è niente di grazioso nelle signore del Sud.

(Edizione luglio 2020 Mondadori

Traduzione di Rosa Prencipe

Pagine 456

Un dolore così dolce: un’estate d’amore, di crescita e di teatro

Questa è una storia d’amore, anche se, ora che è finita, mi rendo conto che ne racchiude quattro o cinque, o forse più: l’amore familiare e paterno, l’amore duraturo e cordiale degli amici, l’esplosione accecante del primo amore che si può guardare solo quando ha smesso di bruciare.

E anche l’amore per se stessi, aggiungo io. Crescere non è semplice, ci siamo passati tutti. E per alcuni è una faccenda più dura e complicata che per altri. Se, per esempio come Charlie, sei figlio di genitori separati, vivi con un padre depresso, hai risultati scolastici mediocri, amici casinisti e superficiali e nessuna idea di che cosa fare di te stesso dopo il diploma, anche una singola estate può essere fondamentale. Quel tratto di strada fatidico in cui potresti prendere la svolta sbagliata o imboccare una direzione nuova. Quel che capita in quel momento, per quanto breve, per quanto fuggevole, spesso te lo porti dietro per sempre, nel bene e nel male.

Come si fa a dire che la gioventù è un’età spensierata? Come si fa, eh?

Di Un dolore così dolce ho amato tante cose. Per esempio la lucida semplicità con cui parla del primo amore, senza idealizzarlo troppo, oppure la sincerità nel rappresentare le difficoltà di un adolescente alle prese con un padre fragile, evitando facili giudizi morali. O ancora il tema dell’amicizia, la scoperta che certi legami non sono veri, la nascita di rapporti autentici e inaspettati. Poi la paura del futuro, delle scelte da fare, del fallimento, gli errori stupidi che si fanno per ingenuità, stupidità, mancanza di autostima… Così autentico, il giovane Charlie. Potrebbe essere qualcuno che abbiamo conosciuto, quel compagno di banco di cui non ricordiamo il nome, il nostro migliore amico, il ragazzo che ci piaceva. Magari sei tu, forse sono io.

Ti sembra di avere tanto tempo e poi all’improvviso il tempo si accorcia e devi scegliere.

Ma quel che ho preferito della storia – serve davvero che lo specifichi? – è naturalmente il fatto che Charlie partecipi all’allestimento di una versione amatoriale di Romeo e Giulietta. Non sarò mai un’attrice e sono molto più adatta a stare dietro le quinte, ma se c’è una cosa che ho toccato con mano, assistendo a stage, workshop e prove, è il senso di appartenenza e comunione che può stabilirsi in un gruppo di attori, professionisti e non, allievi, appassionati. Non capita sempre, ma quando capita si tratta di un affiatamento veramente speciale. Quanti bei ricordi hanno risvegliato queste pagine… Anche un po’ di malinconia e molta nostalgia. Mi manca l’aggregazione buona e generosa che il teatro sa creare. David Nicholls ha saputo rendere bene l’esperienza di Charlie, che inizia per amore, ma poi diviene anche genuino interesse e piacere di costruire qualcosa insieme, con persone tra cui troverà chi saprà davvero vederlo, apprezzarlo, capirlo.

Un dolore così dolce è una storia che fa bene. Si guarda indietro, con un sorriso, senza troppi rimpianti. Non amo molto l’estate, ma l’estate di Charlie Lewis è stata una bella avventura. E poi non dimentico George, che si prende la rivincita per tutti i George di questo mondo. Capirete leggendo.

Qualcuno mi toccò la schiena, era Lucy con un sorriso sul volto. 《Diamoci dentro!》 disse, e io posai la mano sull’elsa, andando verso la luce.

Edizione settembre 2019 Neri Pozza

Traduzione di Massimo Ortelio

Pagine 368

La figlia del Re Ragno: un libro che mantiene quello che promette

Lasciate che vi racconti una storia, che parla di un gioco che si chiama Frustrazione.

Questo libro inizia con una scena forte e crudele. Te lo rende chiaro da subito, che non sarà il libro che ti aspetti, forse neanche quello di cui hai bisogno, ma di certo non ti annoierai. Così vai avanti, con un po’ di comprensibile turbamento e molta curiosità.

Superava tutti gli altri quasi di una testa, e aveva una luce che quelli non hanno.

Il libro ti porta in Nigeria, insieme alle due voci narranti. Lei, Abike, ha diciassette anni ed è figlia di un potentissimo e ricchissimo uomo d’affari (del tipo con la villa blindata e le guardie armate all’ingresso). Lui, diciotto anni, è un venditore ambulante che fa del suo meglio per mantenere la sorellina e la madre in preda alla depressione, dopo la morte del padre. Si incontrano, si notano, si piacciono. Se non fosse per quell’inizio piuttosto spiazzante, potresti considerarla una svolta classica: due ragazzi di estrazione sociale diversa, una casualità improbabile che si trasforma in destino ed ecco un giovane amore un po’ shakespiriano, pronto a sfidare le convenzioni e ad andare contro tutto e tutti… Però appunto c’è quell’inizio, che ti mette la pulce nell’orecchio e continui a leggere con una punta di legittimo sospetto e una vaga tensione sotto pelle.

Sono uscito da quella casa sentendomi ingannato e manipolato. Volevo la mia sceneggiatura.

Capitolo dopo capitolo, il libro diventa un vaso di Pandora da cui, tolto il coperchio, emergono segreti e intrecci del passato, scelte fatte e ancora da compiere, l’ombra a due facce della vendetta. Soprattutto ad affascinare è lei, Abike. L’ambulante è un personaggio ben scritto, ben costruito, lo capisci e non hai difficoltà a empatizzare con le sue emozioni e i suoi dilemmi. Ma Abike, la figlia del Re Ragno? È come suo padre? Lo diventerà? È differente? Qual è la sua vera natura? Devi amarla, detestarla, cercare un sentimento nel mezzo?

È Abby, adesso, Abike non c’è più. Insiste affinché la chiami così, e non mi risponde quando mi dimentico e uso il “nome vecchio”. Abike è sempre lì, ma questa nuova personalità salta fuori sempre più di frequente.

A prescindere dalle risposte, tu, lettore, ormai sei irretito, non puoi staccarti dalle pagine. Hai sempre in testa quell’inizio brutale e quasi un po’ ti aspetti che tutto, uguale e diverso, possa ripetersi. Il gioco a cui stai assistendo, Frustrazione, dovrà pur avere un vincitore. O no?

“Perché tu piangi?” Perché sarò sola in questa casa.

Come detto, comunque, questo è un libro onesto, ti aveva avvertito di non essere banale. Ne avrai conferma, sino all’ultima riga. E forse non sarà come te lo aspettavi, forse neanche è quel che ti serviva in questo momento, ma ti piacerà. Ti piacerà parecchio.

Per un attimo vacillo, ma è solo un momento. Lui avrebbe voluto così.

Edizione settembre 2019: Fandango Libri

Traduzione di Chiara Brovelli

Pagine 298