
Questa è una storia d’amore, anche se, ora che è finita, mi rendo conto che ne racchiude quattro o cinque, o forse più: l’amore familiare e paterno, l’amore duraturo e cordiale degli amici, l’esplosione accecante del primo amore che si può guardare solo quando ha smesso di bruciare.
E anche l’amore per se stessi, aggiungo io. Crescere non è semplice, ci siamo passati tutti. E per alcuni è una faccenda più dura e complicata che per altri. Se, per esempio come Charlie, sei figlio di genitori separati, vivi con un padre depresso, hai risultati scolastici mediocri, amici casinisti e superficiali e nessuna idea di che cosa fare di te stesso dopo il diploma, anche una singola estate può essere fondamentale. Quel tratto di strada fatidico in cui potresti prendere la svolta sbagliata o imboccare una direzione nuova. Quel che capita in quel momento, per quanto breve, per quanto fuggevole, spesso te lo porti dietro per sempre, nel bene e nel male.
Come si fa a dire che la gioventù è un’età spensierata? Come si fa, eh?
Di Un dolore così dolce ho amato tante cose. Per esempio la lucida semplicità con cui parla del primo amore, senza idealizzarlo troppo, oppure la sincerità nel rappresentare le difficoltà di un adolescente alle prese con un padre fragile, evitando facili giudizi morali. O ancora il tema dell’amicizia, la scoperta che certi legami non sono veri, la nascita di rapporti autentici e inaspettati. Poi la paura del futuro, delle scelte da fare, del fallimento, gli errori stupidi che si fanno per ingenuità, stupidità, mancanza di autostima… Così autentico, il giovane Charlie. Potrebbe essere qualcuno che abbiamo conosciuto, quel compagno di banco di cui non ricordiamo il nome, il nostro migliore amico, il ragazzo che ci piaceva. Magari sei tu, forse sono io.
Ti sembra di avere tanto tempo e poi all’improvviso il tempo si accorcia e devi scegliere.
Ma quel che ho preferito della storia – serve davvero che lo specifichi? – è naturalmente il fatto che Charlie partecipi all’allestimento di una versione amatoriale di Romeo e Giulietta. Non sarò mai un’attrice e sono molto più adatta a stare dietro le quinte, ma se c’è una cosa che ho toccato con mano, assistendo a stage, workshop e prove, è il senso di appartenenza e comunione che può stabilirsi in un gruppo di attori, professionisti e non, allievi, appassionati. Non capita sempre, ma quando capita si tratta di un affiatamento veramente speciale. Quanti bei ricordi hanno risvegliato queste pagine… Anche un po’ di malinconia e molta nostalgia. Mi manca l’aggregazione buona e generosa che il teatro sa creare. David Nicholls ha saputo rendere bene l’esperienza di Charlie, che inizia per amore, ma poi diviene anche genuino interesse e piacere di costruire qualcosa insieme, con persone tra cui troverà chi saprà davvero vederlo, apprezzarlo, capirlo.
Un dolore così dolce è una storia che fa bene. Si guarda indietro, con un sorriso, senza troppi rimpianti. Non amo molto l’estate, ma l’estate di Charlie Lewis è stata una bella avventura. E poi non dimentico George, che si prende la rivincita per tutti i George di questo mondo. Capirete leggendo.
Qualcuno mi toccò la schiena, era Lucy con un sorriso sul volto. 《Diamoci dentro!》 disse, e io posai la mano sull’elsa, andando verso la luce.
Edizione settembre 2019 Neri Pozza
Traduzione di Massimo Ortelio
Pagine 368