Cosa le era rimasto dentro se non la paura?

Da ragazzina, uno dei miei maggiori piaceri durante le vacanze natalizie era rannicchiarmi sul divano e, rassicurata dalle luci dell’albero, immergermi in vecchi racconti di fantasmi, romanzi gotici, tutto ciò che fosse in grado di trasportarmi tra le ombre di antiche dimore e le inquietudini di voci e rumori sinistri nel buio.

Questo Natale, grazie a Gli Amici Silenziosi di Laura Purcell, sono tornata a quei tempi di cioccolata calda e brividi. Il colpo di fulmine con la storia è scattato grazie alla meravigliosa copertina e sin dall’introduzione, che ha acceso subito la curiosità: un manicomio inglese della seconda metà dell’Ottocento, una protagonista deturpata dalle ustioni e accusata di omicidio, un giovane medico che la spinge a scavare nella propria memoria ferita per ricostruire gli eventi.

Eventi che affondano le radici in diversi misteri, sovrapposti e intrecciati. Attraverso i ricordi di Elsie – così si chiama la donna ustionata- la vicenda si sposta a The Bridge, villa di campagna appartenente da generazioni alla famiglia di suo marito Rupert: in attesa di un bambino e vedova dopo appena pochi mesi di matrimonio, Elsie va a viverci insieme a Sarah, scialba cugina nubile del suo defunto coniuge, lasciando Londra e il fratello Joylon, che deve occuparsi della loro fabbrica di fiammiferi.

Un luogo, The Bridge, che si rivela cupo e isolato, circondato dalla superstizione di un piccolo villaggio di povera gente, e l’autrice, con una scrittura agile ed evocativa, è molto brava ad accumulare tensione, sospetti e ansia: ci sono suoni strani nella notte, un solaio con una porta che a volte non si apre e a volte è spalancata, il diario di un’antenata, quei guanti che Elsie indossa per coprire cicatrici a cui non vuole pensare…

Soprattutto ci sono gli amici, quelli silenziosi citati nel titolo: chi o cosa sono?

Beh, potrei definirli una delle presenze più agghiaccianti che mi sia capitato di incontrare in un libro: figure dipinte su sagome di legno a grandezza naturale, conservati nel famoso solaio con la porta indecisa. E in solaio comunque non restano molto a lungo… Sono cosciente di non riuscire a renderne la descrizione in modo adeguato, ma, fidatevi, Laura Purcell ci riesce e, dopo aver incontrato gli amici, lo scricchiolio del legno potrebbe assumere per voi nuovi, inattesi significati.

Vorrei citare anche Jasper, il gatto di casa, che si chiama proprio come il cane di un’altra dimora piena di segreti oscuri e minacce, ovvero Manderley, il leggendario castello di Rebecca di Daphne Du Marier: un’omonimia probabilmente non casuale, dato che Gli Amici Silenziosi ripropone con efficacia proprio quell’ atmosfera claustrofobica e ambigua che ha reso Rebecca un cult del suo genere. Anche perché quella che ci racconta Laura Purcell è davvero una storia di fantasmi? O è invece una storia di follia? Il male che serpeggia a The Bridge è di natura soprannaturale oppure è banalmente umano?

Il finale lo chiarisce o lascia il lettore con la mente confusa da più di un’ipotesi?

Chissà… di certo l’autrice mantiene le promesse dell’incipit sino alla fine, con più di un colpo di scena e un ritmo sempre notevole.

Una lettura perfetta per questo periodo natalizio e non solo. Alla luce del sole, preferilmente. Se deciderete di conoscere gli amici dopo il tramonto, beh… complimenti per il coraggio!

Non era possibile spiegare la paura, si poteva solo sentirla ruggire nel silenzio e azzittire il cuore.

Editore: DeA Planeta Libri

Traduzione di Ada Arduini

Titolo originale: The silent companions

Pagine: 384

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