Un pomeriggio ferrarese. Caffè, pasticcini, una gattina che ogni tanto viene a strusciarsi contro le mie gambe. E soprattutto lei, Talija (al secolo Giovanna Cardillo) che mi racconta del cd che porta il suo nome, prodotto da Michele Guberti per Massaga Produzioni e distribuito da (R)esisto. Non ho le competenze per scrivere di musica, ma di certo amo scrivere di sogni, in particolare i sogni degli artisti. La loro arte. E il sogno di Talija è nei suoi occhi, nel coinvolgimento con cui parla di questo album. Un punto di partenza, per lei. Ma anche un ritorno, alla musica, dopo che se ne era allontanata per molto tempo.
《È stato difficile. Ho avuto molti dubbi e paure. Sarei stata ancora capace di cantare e di incidere? I miei testi sarebbero stati validi?》
Timori legittimi, ma infondati. Il risultato c’è ed è di un livello molto alto, un lavoro che colpisce per la sua omogeneità.
《La cosa strana di questo cd è che le canzoni sono state tutte scritte in tempi diversi, eppure quasi per caso, senza che fosse voluto da parte mia, si sono raggruppate come in un puzzle. È quasi un’opera teatrale, ogni brano un atto》
Ed è un’opera che narra di violenza, soprattutto psicologica ed emotiva.
《Mi interessava capire come questo possa interferire con la vita di una persona》
Nel procedere dei sette brani, Talija traccia un cammino che va dalla disillusione giovanile e ancora immatura di Fade to grey alla nuova consapevolezza di avere un amico in noi stessi di New friend, passando per le domande di Why o l’energia e la voglia di reagire di Strong, primo singolo diffuso, accompagnato da un notevole video in cui le protagoniste sono donne dai volti particolari e indimenticabili. Un percorso rievocato anche dalla bella copertina, dove una donna cammina solitaria ma dando l’impressione di non temere la strada che ha davanti. Un dipinto realizzato dal pittore Francesco Cardillo, padre della cantautrice, scomparso da alcuni anni. In questa immagine riconosceva sua figlia. Sempre a lui è dovuto anche il nome d’arte Talija, ispirato da una parola calabrese che significa sbirciare. Nei paesi dell’Est invece significa vita. Non fa una piega, secondo me: Talija sbircia la vita e ci offre sette spunti per percorrerla e affrontarla.
Da sola, in quel dipinto, ma avendo ben chiaro che degli altri abbiamo tutti bisogno.
《Nelle mie canzoni non viene mai espressa la qualità del rapporto. Potrebbe trattarsi di una storia d’amore, così come di un’amicizia o di un rapporto madre e figlia. Io racconto una sensazione, in cui ognuno può vedere ciò che vuole. Il mio album è uno spazio in cui accolgo le persone, un punto di incontro. Tu vieni, mi ascolti e poi decidi cosa vuoi mettere di te stessa nella storia che ti racconto》.
Di Talija mi piace il senso di ribellione, la sua critica ai dogmi e agli standard stereotipati che ci condizionano e ci imprigionano in caselle prestabilite che cancellano la bellezza speciale della nostra unicità. Anche questa è una forma di violenza. E chi ha deciso in fondo che dobbiamo essere in un certo modo e desiderare determinate cose?
Se volete ascoltarla dal vivo e conoscerla, potrete farlo il prossimo 9 agosto 2019, nell’ambito della rassegna di concerti estivi del Circolo Arci Black Star di Ferrara. Prossimamente sono in arrivo anche un secondo singolo estratto dall’album e il relativo video. E come ogni vero artista che si rispetti, già la sua creatività è in fermento per cose nuove. Lo dice ridendo.
《Non ho ancora finito di promuovere questo album e già ho per la testa altre canzoni da scrivere》.
Io dico che vale la pena di tenerla d’occhio. E soprattutto di ascoltarla. La gattina ai nostri piedi fa le fusa: è d’accordo anche lei.
(Copertina di Francesco Cardillo
Fotografie di Ilaria Passiatore
Potete trovare Talija Official su Facebook, Instagram e Youtube)