Non riesco ad immaginare qualcosa o qualcuno che possa esserne contento. Ma ogni essere vivente a questo mondo prima o poi va svezzato.
Sono tante le situazioni tutt’altro che piacevoli, in questo secondo capitolo della Trilogia della Pianura di Kent Haruf. Diversi tipi di disagio, solitudine, infelicità, dolore. Lungo le strade di Holt si incrociano destini e personaggi, come sempre raccontati con il disarmante realismo tipico dell’autore.
Ci sono genitori fragili e incapaci e bambini costretti a crescere prima del tempo. Donne sole e uomini che conoscono solo il linguaggio della violenza e del sopruso.
E c’è una morte, che fa davvero male. Una morte che lascia un’assenza pesante, un vuoto che rimane lì, presente in un angolo, fino all’ultima pagina, come poi accade anche nella vita di tutti noi, quando viene a mancare qualcuno a cui abbiamo voluto bene. Andiamo avanti, con un vuoto silenzioso ma persistente, in un angolo del cuore.
Però Crepuscolo dona anche tanta delicata bellezza. Quella semplice, delle piccole cose che rendono speciali certi attimi, certe amicizie, qualcuno dei nostri giorni.
Quindi, tra le sue pagine, ci sono anche scorci di nuove intese e nuovi inizi, rifugi dove poter sognare, gesti di vero affetto, sprazzi di sincera sensibilità.
Soprattutto c’è un vecchio che impara a ballare. Ad innamorarsi, anche. A sentirsi fortunato. Lo amo, questo vecchio che sta ancora imparando.
E ringrazio Kent Haruf per questa lezione di poetica verità: in mezzo a tutto ciò che ci fa male, resta ancora tanto da imparare. Le piccole nuove esperienze di cui non dobbiamo smettere di avere sete, mai. Quelle che mescolano qualche goccia di alba al crepuscolo.
… si sarebbe alzato il vento, avrebbe soffiato negli spazi aperti senza trovare ostacoli sui vasti campi di grano invernale, sugli antichi pascoli e sulle strade sterrate, portando con sé una polvere pallida mentre il buio si avvicinava e scendeva la notte.
E loro erano ancora seduti insieme nella stanza, in silenzio, il vecchio con questa donna gentile tra le braccia, in attesa.
(Edizioni: NN Editore
Traduzione di Fabio Cremonesi
Titolo originale: Eventide
Pagine 315)