Lei non si nascose. Non si lasciò zittire. Lottò contro la crudeltà della natura umana. Scrivendo.

Amando la scrittura fin da bambina, uno dei miei miti letterari è sempre stato la leggendaria riunione di Villa Diodati: quel magico gruppo di grandi menti, tutte insieme, a creare storie, nel giugno del 1816, il cosiddetto anno senza estate. Lord Byron, John William Polidori, Percy Bysshe Shelley e lei, Mary Shelley… ci pensate?

Ah, essere una piccola mosca e poter tornare indietro nel tempo, a svolazzare in quelle stanze, ascoltare i loro discorsi, spiare la nascita di Frankenstein e di Il vampiro

Ricordo che un’emozione simile – quella di ritrovarmi, minuscola come una mosca al cospetto di figure gigantesche e geniali- l’ho provata visitando la Keats-Shelley Memorial House di Roma. Soprattutto sono rimasta senza fiato davanti allo scrittoio da viaggio di Mary Shelley e in particolare alle sue lettere, protette da teche di vetro. Erano lì, sotto i miei occhi, scritte di suo pugno… Che meraviglia!

E che meraviglia anche queste illustrazioni, vero?

Mi rendo conto che le mie fotografie non rendono la loro bellezza dal vivo ma spero possano bastare a darvi un’idea del cupo splendore di questa biografia illustrata di Mary Shelley realizzata da Lita Judge.

In oltre 300 pagine di magnifici disegni in bianco e nero e brevi testi essenziali e poetici, Mary e il Mostro ripercorre tutta la vita di Mary, dall’infanzia e l’adolescenza sino al folgorante incontro con Percy Bysshe Shelley, per proseguire con la loro avventurosa vita insieme, gli ostacoli, i lutti, la tragica morte del poeta, il coraggio della grande autrice.

Particolare enfasi è data alla genesi di Frankenstein, quasi una gestazione, un parto letterario che culmina nella nascita di un legame simbiotico tra la creatrice e la creatura, l’emblema di una diversità e di una lotta contro il pregiudizio e l’isolamento che Mary vive in prima persona.

Tutto il libro è pervaso da un’atmosfera gotica e malinconica, delicata ed elegante, che restituisce appieno la complessità della personalità di Mary, la solitudine e il dolore, ma anche la caparbietà, la passione, l’incredibile talento e la modernità del suo pensiero, quella visione ribelle che l’ha portata in tutti i modi possibili a sfidare la società patriarcale e bigotta e a lasciare un segno indelebile nell’immaginario collettivo. È una piccola opera d’arte e uno struggente tributo a una donna che non ha avuto paura di vivere e creare.

Possiamo incidere sulla vita delle generazioni future, se siamo abbastanza coraggiosi da dispiegare le ali della nostra immaginazione e creare!

Edizione Il Castoro 2018

Titolo originale: Mary’s Monster. Love, Madness, and How Mary Shelley created Frankenstein

Traduzione di Rossella Bernascone

Pagine 312

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