La storia è giunta al suo epilogo.
Le voci si intrecciano, sul palco, e là, in alto, dove vanno i sogni, perché sono più leggeri di quanto noi che li concepiamo potremo mai essere, lassù tu e Paride avanzate insieme. Vi guardate, vi posate la mano sulla spalla a vicenda, un cenno reciproco, poi vi separate. Paride scompare alla mia vista e tu procedi, ti fermi sull’orlo del buio, ti appoggi alla parete, malinconico, fragile, bellissimo. Resti lì finché la luce si spegne. I miei occhi non ti abbandonano nemmeno quando di te non rimane che una vaga sagoma nell’oscurità.
In cinque anni ho contemplato questo momento finale molte volte. Ognuna con l’intimo desiderio di catturare quegli istanti e imprimerli nella memoria, sempre con una punta di tristezza. Ma questa volta, l’ultima, non ero triste. Ho assorbito quella bellezza e quella poesia, caro Mercuzio, felice e piena di gratitudine, con il cuore spalancato.
Ma come? Felice di dire addio?
No, nessun addio.
Non si dice addio ai sogni. Soprattutto a quelli che ci hanno cambiati, nutriti, ispirati. Sogni di questo genere si legano a noi per sempre.
Non credo che Shakespeare ti abbia mai detto addio. Non credo che ti possa dire veramente addio chiunque abbia trovato in te un significato, una fiamma, un senso di riconoscimento.
Mercuzio, sono sincera, non mi mancherai. Non vedo perché dovresti. Ti amavo già quand’ero bambina, poi il destino ha messo sulla mia strada l’attore che ha reso di te l’incarnazione perfetta e il mio mondo si è riempito di arte, energia e speranza.
Quindi perché dovresti mancarmi?
Amico tu sei qui, ti sento ridere, la tua risata di monellino veronese. E sorrido anch’io.
Patti Smith scrisse queste parole in riferimento a Robert Mapplethorpe e io le chiedo in prestito per te:
Little blue star that offers light…
Piccola stella blu che offri la luce, tu ci sei e resti qui, in quella parte di me che hai contribuito a cambiare. Sei e rimani nel battito dentro il petto del tuo grande, insostituibile interprete. Nei suoi occhi, nei suoi gesti, nella sua voce ci sarà sempre una tua scintilla.
E, immagina, Mercuzio, immagina in quanti fantastici universi lui ancora ci deve portare. Immagina quante emozioni, quante storie, quanta musica… Immagina, tu che sai parlare di sogni, e tieniti pronto. Il viaggio ci aspetta.
Grazie di esserci, Mercuzio.
Grazie, Shakespeare. Grazie Romeo e Giulietta-Ama e cambia il mondo.
E grazie moltiplicato all’infinito a quell’artista magico che si chiama Luca Giacomelli Ferrarini.
(Foto in bianco e nero Chloe Car
Foto a colori di Luca Giacomelli Ferrarini)