La buona musica, come si dice dell’amore, non è mai troppa. Perché infinito è il numero di persone che vi trova alimento al proprio desiderio di vivere.

Ammetto di non avere mai letto i libri di Murakami e devo confessare che non conoscevo neppure il direttore d’orchestra Ozawa, ma, praticamente per caso, mi sono ritrovata a leggere questa loro deliziosa raccolta di conversazioni sulla musica e me ne sono innamorata.

Trovo sempre estremamente emozionante e  affascinante ascoltare un artista parlare della propria arte e il Maestro Ozawa si è rivelato un narratore davvero piacevole, divertito e spontaneo, con i suoi aneddoti sui grandi della musica sinfonica e della lirica, le chicche tecniche sulle varie interpretazioni di un brano, i segreti della direzione, il rapporto con le orchestre, le prove, gli allestimenti, la lettura degli spartiti, l’amore per l’insegnamento.

Accompagna le parole con grandi gesti e molte delle sue idee prendono la forma di una canzone.

Ho amato in particolare i suoi racconti della collaborazione con uno dei miei miti, Leonard Bernstein, di cui è stato a lungo assistente e che chiamava Lenny. E anche la sua scoperta dell’opera lirica, la sua prima volta piuttosto disastrosa alla Scala, l’amicizia con Luciano Pavarotti e Mirella Freni.

Oltre all’incontro con un uomo di grande talento e dalla mente brillante, Assolutamente musica è anche una sorta di guida all’ascolto e alla scoperta di tanti, meravigliosi capolavori, che attraverso le spiegazioni e le analisi del Maestro sembrano nascere di nuovo davanti ai nostri occhi e soprattutto per le nostre orecchie. Mentre leggevo, andavo su YouTube e cercavo i concerti, le varie versioni, i diversi interpreti indicati da Ozawa. Malher, Berlioz, Brahms, Sibelius e molti altri… mi si è aperto un intero universo di note e bellezza.

C’è sempre bisogno di musica, c’è sempre bisogno di arte, quanto mai ora. Questo libro è un piccolo tesoro da non perdere.

Concludo con queste bellissime parole di Murakami. Illustrano perfettamente il cuore di Assolutamente musica.

Se dovessi dire quanto sia alto il muro che separa il professionista dal dilettante, chi la musica la fa da chi la ascolta… be’, è quasi insormontabile. Tanto più alto e massiccio, quanto più elevato il livello del musicista. Ammessa questa verità, sento però che la cosa non mi ha impedito di avere con Ozawa conversazioni oneste e franche, perché la musica ha grandezza e generosità. Cercare la via più efficace per superare quel muro è un lavoro prezioso. Ed è una via che dovremmo essere in grado di trovare, in qualsiasi campo artistico, quando c’è un comune sentire.

Edizione ottobre 2019 Einaudi

Traduzione di Antonietta Pastore

Pagine 312

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