
Una volta nella vita l’impensabile capita a tutti.
Forse tutti lo abbiamo sognato, presto o tardi, magari dopo una separazione, un lutto, in un momento di sconfitta o tristezza: avere un’altra occasione, una nuova opportunità, una vita alternativa in cui magari ritrovare chi abbiamo più amato e poi perduto avendo la possibilità di salvarlo o di compiere scelte diverse.
Se ci circondano altri mondi, solo un lampo più in là, allora che cosa ci trattiene da scivolarci dentro?
Ebbene per Greta Wells sono addirittura due le esistenze parallele da scoprire e esplorare. Nella sua vita attuale, a New York nel 1985, i vuoti sono abissi incolmabili: l’adorato fratello gemello Felix è stato portato via dall’Aids e Nathan, l’uomo della sua vita, l’ha lasciata. Le restano soltanto l’eccentrica zia Ruth e Alan, compagno del fratello, destinato a soccombere anche lui all’Aids, di lì a poco. In preda alla depressione, Greta arriva a tentare la carta della terapia elettroconvulsivante, che però le causa un effetto collaterale sorprendente: dopo ogni trattamento comincia a rimbalzare nella New York del 1918, dove una guerra sta per finire, e nella New York del 1941, dove una guerra sta per iniziare. Ritrova la stessa identità, la stessa casa, le stesse persone, da Felix a Nathan, anche Ruth e Alan. E volti nuovi, come il giovane Leo. Scenari diversi eppure uguali, ricombinazioni di destini e percorsi. Quando i trattamenti finiranno cosa farà Greta? Quali porte chiuderà? Quali deciderà di attraversare?
È questa la donna che sognavi di essere? È questa?
Questo è il terzo libro che leggo di Andrew Sean Greer e non mi delude mai. In questa storia incredibile il suo stile si mantiene sempre vivido e teso, trasportando il lettore avanti e indietro nelle epoche e tra le più svariate emozioni contrastanti, insieme a Greta. Colpisce la complessità e la profondità delle riflessioni che induce la trama: la quantità di noi stessi che ci portiamo dentro, quei lati che affiorano, quelli che restano assopiti per sempre, che potrebbero essere in un altro luogo, in un altro tempo. Quanto di noi non conosciamo? Quanto non sceglieremo mai?
Come mai ci riesce così impossibile credere al fatto che abbiamo tante teste come certi mostri, tante braccia quante certe divinità, e tanti cuori quanto gli angeli?
Ho amato soprattutto la capacità dell’autore di comprendere il pensiero femminile. Non è scontato. Greta è scritta in modo vivo, vitale, vero, tutte le sfumature dei suoi sentimenti – dall’amore struggente per il fratello a quello complicato per Nathan- tutte le sue paure di donna, le sue esitazioni, il suo coraggio, le sue scelte giuste e sbagliate, tutto è reso con realismo e partecipazione. Andrew Sean Greer non la giudica, non appiccica alle sue azioni una comoda lezione di morale maschile. Lui capisce Greta e la racconta.
E dunque ditemi, signori, ditemi: in quale epoca e luogo è stato facile essere donna?
Le vite impossibili di Greta Wells è una lettura particolarmente adatta a questo periodo e non solo perché nella parte ambientata nel 1918 sta imperversando l’influenza spagnola. Lo è perché tutti noi, chi più chi meno, stiamo rivalutando i nostri ruoli, ripensando progetti per il futuro, ricalibrando desideri e paure, in una realtà di colpo cambiata e ancora da assimilare. Forse le esperienze e le emozioni di Greta non sono poi tanto distanti dalle nostre.
Ricordati di come ti risvegliavi in quelle mattine strane, con l’animo inquieto ed emozionato. Non diluire te stessa in giornate insignificanti. Greta: lascia la tua impronta nel mondo.
Edizione 2013 Bompiani
Traduzione di Elena Dal Pra
Pagine 292